Comacchio (Cmâc' [k'ma:tʃ] in dialetto comacchiese) è un comune italiano di 22.188 abitanti della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. È il terzo comune più esteso della provincia.

Storia

Comacchio è, sotto l'aspetto paesaggistico e storico, uno dei centri maggiori del delta del Po. Ha origine circa duemila anni fa, durante la propria storia fu assoggettata al potere dell'Esarcato di Ravenna prima, del Ducato di Ferrara in seguito, per poi tornare a far parte dei territori dello Stato Pontificio[5].

L'etimologia del nome è incerta (greco-latino cumaculum= "piccola onda"; "raggruppamento di dossi" in etrusco). La fondazione viene attribuita agli Etruschi, che erano già stanziati nel Delta del Po. Vicino a Comacchio si trovava infatti la città etrusca di Spina.

Sorta sull'unione di tredici piccole isole (cordoni dunosi litoranei) formatisi dall'intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, ha dovuto orientare il proprio sviluppo, sia sul piano dell'urbanistica sia su quello dell'economia, sull'elemento acqua.

Il cristianesimo si diffuse a Comacchio provenendo dalla vicina Ravenna. Il primo vescovo della città di cui si ha memoria fu Pagaziano (menzionato nel 503 e nel 504). A testimonianza del periodo tardo-romano restano i monasteri di Santa Maria in Padovetere (nella Valle Pega) e Santa Maria in Aula Regia.
In seguito all'invasione longobarda, tutti i territori circostanti il Delta del Po furono perduti dall'Impero romano. Comacchio rimase l'unico centro commerciale della regione, continuando a ricevere i rifornimenti di olio e spezie dalle navi bizantine[6]. Nel 715 la città concluse un trattato di commercio con i Longobardi (nel capitolare vengono descritte le norme e le tasse a carico dei comacchiesi per poter esercitare il commercio del sale nelle regioni della Pianura padana sottomesse all'autorità longobarda). Successivamente la città fu conquistata da re Liutprando.

In epoca longobarda il territorio di Comacchio venne donato ai monaci di san Colombano, divenendo così un possedimento del grande Feudo monastico di Bobbio. I monaci vi allestirono il porto fluviale e svilupparono l'agricoltura e l'allevamento. Infine migliorarono lo sfruttamento delle saline, il cui sale era trasportato in tutto il nord d'Italia. In epoca carolingia le proprietà delle saline erano distribuite fra l'Abbazia di Bobbio ed i monasteri di S.Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, della Novalesa, Leno, San Sisto di Piacenza e del vescovado di Reggio Emilia.[7] Tra i secoli dal VI al IX Comacchio dispose di una delle più potenti flotte dell'Adriatico entrando direttamente in concorrenza con Venezia.[8] Nell'810 Carlomanno prese in prestito le navi comacchiesi per portare il suo attacco a Venezia[9].

Venezia non accettò la presenza di un'avversaria nella sua stessa area geografica[10]. Nell'anno 866 i veneziani occuparono Comacchio e la saccheggiarono per la prima volta. Nell'875 Venezia stessa fu minacciata dalle incursioni dei saraceni, i quali si scagliarono contro Comacchio, incendiandola.

Per ben cinque volte nell'Alto Medioevo Comacchio fu assediata e presa dalla Serenissima, finché passò sotto il dominio degli Estensi nel 1299.
Con l'esaurirsi della dinastia estense, nel 1598 ritornò sotto la giurisdizione della Chiesa, che la pose nella neonata Legazione di Ferrara. Comacchio fece parte dello Stato Pontificio fino al marzo 1860, quando i territori delle ex Legazioni furono annessi al Regno di Sardegna per effetto dei plebisciti.

 

Altre info su https://it.wikipedia.org/wiki/Comacchio e https://www.comacchio.it/

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