Este è un comune italiano di 16.390 abitanti della provincia di Padova in Veneto, situato a meridione dei Colli Euganei, in posizione sud-ovest rispetto al capoluogo.

Il comune di Este, situato sul versante meridionale dei Colli Euganei, dista 32 km da Padova e 24 da Rovigo. È raggiungibile dall'autostrada A13 Bologna-Padova, uscendo al casello di Monselice e prendendo la strada regionale 10 in direzione Mantova. Si può arrivare a Este anche con la strada regionale 10 (da Mantova) o con la strada statale 16 (da Padova), dalla provinciale 247 Riviera Berica da Vicenza.

Antichità

La città di Este è abitata da tempi molto antichi: già nell'età del ferro, infatti, era il principale insediamento degli antichi Veneti o Paleoveneti, i quali svilupparono la città, facendo fiorire l'economia grazie agli scambi con le civiltà limitrofe, ma anche con i Greci e i Romani.

In seguito, nel III-II secolo a.C., Este fu riconosciuta colonia romana, mentre il Veneto divenne alleato di Roma. Reperti di questi periodi sono conservati nel Museo Nazionale Atestino. Nell'89 a.C., con la lex Pompeia, venne concesso il diritto latino; nel 49 a.C., all'inizio della guerra civile tra Pompeo e Cesare, quest'ultimo, per ottenere l'appoggio della popolazione, concesse il diritto romano a tutta la Gallia Cisalpina, di cui era stato proconsole tra il 58 e il 49. Con la morte di Cesare, vi furono anni di guerra civile. In seguito alla battaglia di Azio, Augusto affida ai soldati della V e XI legione i territori dell'agro di Este (formato dai territori di Galzignano, Teolo, Lonigo, Noventa Vicentina, Trecenta, Pernumia, Monselice, e Cinto Euganeo). In seguito alle invasioni barbariche e alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, Este si spopolò, riducendosi a villaggio rurale: secondo alcuni, ciò accadde a causa dell'opposizione ad Attila, poiché quest'ultimo era solito distruggere ogni città che gli si mostrava ostile. Este cadde quindi sotto la mano degli Unni e successivamente sotto quella degli Ostrogoti, che decretarono la fine dell'Impero Romano.
Medioevo - Rinascimento

All'inizio dell'Alto Medioevo, Este era inclusa nel regno degli Ostrogoti (secc. V-VI d. C.). In seguito il villaggio fu annesso all'Impero Bizantino, il quale detenne il potere sui territori veneti soltanto per pochi decenni, poiché già alla fine del VI secolo fu soppiantato in loco dai Longobardi; tale popolazione istituì un regno che sopravvisse per due secoli, e fu infine sconfitto dal Sacro Romano Impero di Carlo Magno. Nell'XI secolo la casata degli Este s'impossessò dell'area e contribuì alla sua rinascita: dopo l'anno Mille, infatti, la città si ripopolò attorno al castello fatto costruire dal marchese Alberto Azzo II d'Este nel 1056 circa. Anche Este fu una delle località interessate dalle travagliate vicende umane e storiche che si svolsero in Veneto tra l'XI e il XIII secolo. Dapprima essa divenne una delle numerose proprietà dei vari componenti della famiglia degli Ezzelini, tra cui il più celebre fu Ezzelino III da Romano; proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1259, per mano di Azzo VII d'Este, nella battaglia di Cassano d'Adda. Ezzelino III da Romano, alleato di Federico II di Svevia, conquistò per ben due volte Este (1238 e 1249), e nel farlo danneggiò fortemente il castello marchionale; la famiglia d'Este frattanto aveva trasferito la sua residenza a Ferrara (1239), città che sarebbe divenuta la loro nuova capitale. Dopo la morte di Ezzelino, in un panorama regionale che vedeva contrapposti Scaligeri, Carraresi e Visconti, apparve sulla scena atestina Cangrande della Scala (sempre ghibellino), il quale distrusse il castello nel 1317. Nel 1339, Ubertino da Carrara, signore di Padova, fece ricostruire il castello così com'è tuttora. Nel 1405 Este si sottomise spontaneamente alla Repubblica Veneziana per sfuggire al controllo dei padovani e agli scontri di questi con i veronesi. Sotto il dominio veneziano, Este conobbe un periodo di grande prosperità, fiorendo nell'ambito dell'economia, della cultura e dell'arte, in un processo che venne interrotto solo dalla peste del 1630.
XVIII-XIX secolo

Sotto il dominio veneziano (1405-1797), Este divenne una città prospera. In seguito la Repubblica venne conquistata da Napoleone Bonaparte, che cedette tutti i suoi territori all'Impero Asburgico divenendo quindi parte del regno Lombardo Veneto. Dal 1850 al 1853 fu sede di una commissione militare avente lo scopo di debellare il brigantaggio diffusosi nel territorio dopo i moti del 1848-49.

Nel 1866 Este con il Veneto fu annessa al Regno d'Italia. Dopo l'annessione, ad Este, come in tutta la regione, crebbe considerevolmente l'emigrazione. Tra il Settecento e l'Ottocento, molti poeti fecero visita alla città atestina: tra loro spiccano i nomi di George Byron, Percy Shelley e Ugo Foscolo.
Storia contemporanea

Durante la Seconda guerra mondiale la città ospitò le truppe tedesche, le quali si scontrarono contro i partigiani e le truppe degli Alleati. Vennero deportati dalla cittadina persone di religione ebraica. Nel 1943 Este fece parte della Repubblica Sociale Italiana. Il 28 aprile 1945 arrivarono le truppe Alleate, che costrinsero alla ritirata le truppe dell'Asse. Nel 1946 Este diviene parte della neonata Repubblica Italiana.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Duomo Abbaziale di Santa Tecla
Santa Tecla libera la città di Este dalla peste, dettaglio, Este, Duomo

Monumento di spicco è il Duomo di Santa Tecla, nell'omonima piazza, costruito da Antonio Gaspari dopo che la precedente chiesa di origine paleocristiana fu abbattuta dal terremoto del 1688. La facciata è rimasta incompiuta, mentre il campanile fu completato nel 1740 su basamento preesistente dell'VIII secolo.

All'interno del Duomo si può trovare una ricca dotazione artistica: la splendida pala di Giambattista Tiepolo S. Tecla intercede presso il Padre Eterno per la liberazione della città dalla peste del 1630, olio su tela del 1759 situata nell'abside concava[2], la pala d'altare dello Zanchi, l'altare-scultura del Sacramento del Corradini. L'organo, opera della casa organaria Fratelli Ruffatti, è uno dei più grandi della regione, con quattro manuali per 90 registri.
Basilica di Santa Maria delle Grazie

Il Santuario fu edificato per disposizioni testamentarie di Taddeo d'Este, che vi fece porre un'icona bizantina del XV secolo considerata miracolosa. Sopra il primo, modesto edificio quattrocentesco ne fu costruito un secondo nel 1717. L'interno è a croce latina; tra le opere che vi si conservano spicca la tela del Sant'Antonio da Padova con Bambino ed altri Santi dello Zanchi e le statue di San Matteo e San Bartolomeo scolpite da Bernardo Falconi da Bissone. Nel dicembre del 1923 il santuario è stato elevato da papa Pio XI al rango di basilica minore.[3]

Chiesa di San Martino

Attestata dall'XI secolo, la chiesa di San Martino è la più antica di Este. L'edificio ha una struttura semplice ed elegante, risalente alla ricostruzione trecentesca e alla successiva ristrutturazione seicentesca. L'interno è a pianta basilicale, a tre navate.

Chiesa di Santa Maria delle Consolazioni, detta "degli Zoccoli"

L'edificio, cinquecentesco, è a navata unica. All'interno si ammira un pavimento musivo romano riportato nella cappella della Vergine.

Chiesa della Beata Vergine della Salute

La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1639 e fu ripresa nel 1640, per un crollo sopraggiunto. È legata ad una serie di circostanze definite miracolose legate al dipinto di una Beata Vergine del Carmine sul muro di cinta del terreno posseduto all'epoca da tale Giovanni Antonio Capovino. Egli lo donò alla Magnifica Comunità di Este per l'erezione di un santuario dedicato alla Beata Vergine dei Miracoli a seguito di questi eventi, e durante la costruzione si pensò di conservare il dipinto, edificando attorno al muro stesso[4]. L'edificio, a pianta ottagonale, presenta una grande ricchezza di decorazioni pittoriche, commissionate a illustri artisti, tra i quali Antonio Zanchi, autore di tre tele di grande spicco: la Presentazione di Maria al tempio, lo Sposalizio della Vergine e l'Annunciazione.

Chiesa di Santo Stefano

In via santo Stefano sorge questa chiesa già menzionata in una bolla di papa Lucio II del 1144. La chiesa ha un impianto di tipo romanico, databile al X o XI secolo. Era annessa all'omonimo convento soppresso nel 1656. Il presbiterio e il coro sono stati aggiunti in epoche diverse.

Chiesa di San Rocco

Eretta nel 1480 fu restaurata nel 1524 e nel 1571. L'abside fu affrescato dal Campagnola. Il campanile con cupola a cipolla risale al 1751. L'edificio ha subito diversi interventi nel corso degli anni. Attualmente ospita mostre d'arte. All'esterno, sul lato sinistro, si trova murata un'antica iscrizione latina ritenuta l'epitaffio del poeta e storico Geronimo Atestino, vissuto fra il Quattro e Cinquecento, per la propria sepoltura.

Chiesa della Madonna del Carmine

Costruita fra il 1602 e il 1603 fu officiata dai carmelitani. La facciata in stile barocco è ornata di statue. L'interno presenta un soffitto a cassettoni con tre altari. Ha subito di recente un restauro esterno che ha riportato allo splendore originale la facciata.
Architetture civili
Le mura del castello
Castello Carrarese

La principale attrattiva cittadina è il Castello Carrarese, costruito attorno al 1339 sulle ceneri di quello estense; in cima al colle si trova il mastio, da cui partono le mura, fino a formare un poligono contornato a intervalli regolari da torri e dal restaurato castelletto del Soccorso. Oggi l'interno del castello è adibito a giardino pubblico.
Palazzo del Municipio

Affacciato sulla piazza Maggiore, il Palazzo è un elegante edificio loggiato risalente al XVII secolo, di recente restaurato; la balconata sopra il portico è un'aggiunta settecentesca.
Palazzo degli Scaligeri

Sul lato sud della piazza si nota il Palazzo degli Scaligeri, poi Baldi - Valier, sede della Società Gabinetto di Lettura fondata nel 1846. Questa costruzione di origine trecentesca ospita oggi una biblioteca con settantamila volumi e una sezione speciale chiamata Raccolta Estense con documenti, libri e opuscoli attinenti Este e la Bassa Padovana.
Torre Civica della Porta Vecchia

La torre attuale è databile alla fine del XVII secolo e sorge sul luogo della precedente porta, andata distrutta. Vi era collocato un orologio, come è attestato dalla distribuzione dei vani all'interno. A otto metri di altezza si trova, infatti, un primo locale contenente due blocchi di trachite, un tempo usati come contrappesi per l'orologio; a dodici metri è collocato l'antico locale "delle aste e dei giunti". Infine, ad un'altezza di venti metri circa, troviamo la cella campanaria, che contiene la struttura di sostegno della campana bronzea fusa nel 1637.
Rocca di Ponte di Torre

La rocca è ciò che rimane dei forti staccati che, oltre al castello e alle mura turrite, difendevano Este già dai tempi precedenti all'epoca carrarese. Strutturalmente, è composta di una cinta di mura e di una torre quadrata, alta 24 metri.

Palazzo Pelà

Tra via Settabile e via Consolazioni sorge questo maestoso palazzo, unico esempio in stile liberty della città.Fu fatto costruire agli inizi del Novecento da Antonio Pelà. All'interno le stanze del piano nobile sono decorate con stucchi ricoperti di foglia d'oro e un giardino pensile con un bel frontone adornato con motivi floreali di apre in via Settabile.
Villa Mocenigo (Museo nazionale atestino)

Addossata alla cinta muraria si trova la Villa Mocenigo, che fu costruita attorno al 1570 e successivamente distrutta da un incendio nel '700. L'edificio attuale ospita il Museo nazionale atestino, suddiviso in varie sezioni tematiche: al primo piano troviamo quella protostorica, che conserva le testimonianze dell'epoca paleoveneta, seguita al pianterreno dalla sezione romana e da una sala dedicata all'epoca medievale e moderna, dove si può ammirare una pregevole Madonna col Bambino (1504) su tavola di Cima da Conegliano proveniente dalla chiesa degli "Zoccoli".
Palazzo del Principe (Villa Contarini)

La costruzione sorge sul colle e fu fatta costruire dai Contarini su progetto di Vincenzo Scamozzi, che la volle a pianta centrale, con sala a croce greca. Deve il nome a un episodio della sua storia: qui infatti Alvise Contarini, durante un soggiorno in villeggiatura, ricevette la comunicazione dell'elezione a doge.[5]

Sorge lungo l'omonima strada (via Palazzo del Principe) e sovrasta la città di Este dalla cima del colle. L'edificio è strutturato in due parti, l'una di forma quadrata con pianta a croce greca e l'altra, addossata alla precedente, di forma rettangolare.[6]

La villa Palazzo del Principe, risalente al periodo delle ville venete, non è visitabile.
Villa Contarini degli Scrigni detta "Vigna Contarena"
Magnifying glass icon mgx2.svg    Lo stesso argomento in dettaglio: Vigna Contarena.
Vigna Contarena

Posizionata a ridosso delle mura del castello, là dove il declivio del colle va a confondersi con la pianura, la Vigna Contarena si staglia fra gli alberi secolari del parco ben nascosta dall'esterno.

Il nome "Vigna Contarena" pare sia dovuto al fatto che, in origine, la villa era dotata di un parco ricco di alberi da frutta e viti.

La posizione infatti, sulle primissime pendici meridionali dei colli Euganei, costituisce l'ambiente ideale per questo tipo di coltivazioni.

La villa è di notevole interesse storico dato che, tra gli artisti che vi hanno lavorato, spiccano lo Scamozzi e i nomi di Pietro Ricchi, artisti della scuola di Giulio Romano, Sebastiano Ricci (sala delle Feste) e Battista Franco detto il "Semolei" (sala dei Fauni).

Il piano nobile ha tutte le stanze che danno sulla facciata, a mezzogiorno, per poter fruire il più possibile del calore solare, anche ad autunno avanzato. A tergo delle stanze, la lunga galleria che le disobbliga e che fungeva da salone da ballo, quando numerosi arrivavano gli ospiti per partecipare alle gioiose feste della vendemmia, alle cacce a cavallo e alle escursioni sui colli.
L'orto segreto

Dalla testata ovest del salone si accede a un interessante angolo di giardino chiuso da un'alta mura fatta di elementi di cotto traforato, quasi una grata, costituendo un insieme di ispirazione moresca. Voluto nel 1700 da Marco Contarini al suo ritorno dall'Oriente, è conosciuto come "Orto segreto", elemento originalissimo della villa e raro esempio di connubio tra giardino all'italiana e giardino persiano.

Nel parco della villa si trova la tomba del diplomatico prussiano Christian von Haugwitz, ministro degli esteri del Re di Prussia durante le guerre napoleoniche, rappresentante del Regno di Prussia al Trattato di Schönbrunn e, in seguito, proprietario di Vigna Contarena.

Dal 1964 la Vigna Contarena è sottoposta a regime di vincolo dalla Soprintendenza alle Belle Arti, in quanto costruzione di particolare pregio storico e artistico.

Vigna Contarena fa parte dell'Associazione Ville Venete[7] e può essere visitata, su appuntamento.
Barchessa di Vigna Contarena

L'edificio, immerso nel parco di Vigna Contarena e confinante con le mura del Castello Carrarese, è visibile da via dei Cappuccini, la pittoresca stradina così denominata dal convento che si trovava alla fine della salita, in corrispondenza dell'attuale villa Byron. L'edificio, di pianta rettangolare, si fonde perfettamente con l'ombroso parco circostante, in leggero declivio verso l'accesso principale. La Barchessa non è collegata al corpo della villa, come spesso accade nelle ville venete, non solo per la particolare morfologia del terreno ma anche perché Vigna Contarena non fu mai legata ad attività agricole che necessitavano di grandi spazi coperti, essendo la villa destinata a feste e banchetti e a residenza dei Contarini degli Scrigni ad Este. La Barchessa appare come un elegante edificio posto a sud-est dell'edificio principale, verso la via dei Cappuccini. È molto grande e, dovendo ospitare carrozze, cavalli e, probabilmente, una cantina, ha circa le dimensioni di un'altra villa. L'edificio presenta due uguali corpi di fabbrica, uniti al centro da un loggiato con due colonne giganti di ordine dorico. All'interno del porticato si nota la data MDCCLXXX, data che, come si vedrà nell'analisi storica, conferma la datazione dell'edificio che è di puro stile neoclassico. Ciò è rivelato, oltre che dall'impianto simmetrico della pianta, dagli elementi decorativi del fregio che corre lungo tutta la facciata: triglifi intervallati a metope; sopra ciascuna delle due porte principali c'è una targa con in rilievo un festone riccamente decorato. Le aperture della facciata appaiono simmetricamente organizzate rispetto al loggiato e presentano la struttura in pietra di Nanto finemente lavorata. La facciata principale appare delimitata agli estremi da due paraste giganti di ordine dorico, e gli elementi dei capitelli e delle basi delle colonne e delle paraste sono in pietra di Nanto.
Villa Benvenuti
Magnifying glass icon mgx2.svg    Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Benvenuti (Este).

Nel XVI secolo Alvise Cornaro - un mecenate veneziano con notevoli interessi per l'architettura - ereditò un colle sopra la città di Este e vi fece costruire una Villa per potervi soggiornare e trascorre le proprie giornate spesso in compagnia di Angelo Beolco, detto il Ruzante.[8]

Intorno al 1840 tale Villa venne comprata da Adolfo Benvenuti, medico e patriota veneziano, a cui va attribuito il merito dell'ampliamento e dell'abbellimento del parco circostante. Inoltre, tra il 1879 e il 1880 ai piedi del parco emerse la necropoli i cui resti sono conservati presso il Museo Atestino di Este.[8]

L'ultima proprietaria fu Beatrice Benvenuti e, in seguito al suo spostamento a Torino e al cessato utilizzo della Villa come collegio e ospizio per orfanelle, venne chiusa definitivamente e acquistata successivamente dalla Pia Casa di Ricovero (oggi conosciuta come Fondazione Santa Tecla).[8]

Villa Benvenuti ha una pianta rettangolare con partizione mediana sopraelevata, coronata da un timpano rettangolare e ali simmetriche ai lati.[9] È possibile raggiungere il giardino della Villa ammirando l’Arco del Falconetto, chiamato così dal nome del suo costruttore Giovan Maria Falconetto. Esso è stato costruito in pietra di Nanto ed è composto da un grande fornice, un alto attico e alcune nicchie sui pilastri. Nonostante i danni dovuti agli agenti atmosferici, è possibile distinguere otto nicchie absidate con catini a conchiglia sui pilastri, due figure alate nella parte superiore e un mascherone che funge da chiave di volta.[10]

Il giardino di Villa Benvenuti è uno dei più importanti siti archeologici della città atestina.[11] In particolare, la necropoli della Villa è collocata nella zona centrale dell’intera area cimiteriale tra la parte più meridionale dei Colli Euganei e il ramo dell’Adige che delimitava a nord l’abitato.[12]

Tra il 1879 e il 1880 gli scavi archeologici che interessarono il giardino di villa Benvenuti portarono alla luce numerose tombe preromane risalenti alla civiltà dei Veneti Antichi. I reperti archeologici rinvenuti sono poi stati trasferiti al Museo Nazionale Atestino.[12] La Situla Benvenuti, considerata il capolavoro dell’arte atestina, conservata nel Museo e suo pezzo più celebre, fa parte del corredo della tomba “Benvenuti 26” ed è il principale reperto trovato nel giardino della Villa.[13] Essa, da aprile a novembre 2013, è stata ospitata all’interno della mostra “Venetkens, viaggio nella terra dei veneti antichi” presso il Palazzo della Ragione di Padova.[14]

Nel 2011 i volontari dell'Associazione Scauteste Onlus, che si rifanno al movimento Scout profondamente radicato nella città di Este, decisero di impegnarsi per il restauro e la riapertura della villa e del suo parco. Da allora sono stati fatti numerosi passi in avanti, nonostante le scarse risorse finanziarie disponibili: di rilevante significato in particolare il restauro delle Scuderie, della Foresteria e delle tre fontane che scendono fino all'arco di ingresso[15]

Grazie ai lavori svolti da Scauteste Onlus oggi Villa Benvenuti viene aperta al pubblico in alcune occasioni, in particolare in concomitanza con la manifestazione florovivaistica della città atestina "Este in fiore", in cui viene data la possibilità di effettuare visite guidate del parco. L'area della pineta accoglie inoltre attività formative di educazione ambientale destinate ai gruppi giovanili Scout e alle classi delle scuole del territorio.[15]

Arco del Falconetto

In via Cappuccini sorge questo monumentale arco rinascimentale noto anche come Arco di villa Benvenuti, dal nome dell'ultimo proprietario. Realizzato nel 1525 da Giovanni Maria Falconetto per volere del ricco possidente veneziano Alvise Cornaro che qui a Este, nella sua dimora, aveva costituito un cenacolo di artisti e intellettuali fra i quali il commediografo padovano Angelo Beolco, detto il Ruzante, che intratteneva il pubblico con le sue rappresentazioni in lingua pavana.


Altre info su https://it.wikipedia.org/wiki/Este_(Italia) e http://www.padovamedievale.it/info/este/it

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